Venezia, 24 gennaio 2024 - Si è svolto oggi il primo incontro della Cabina di Regia , dopo una lungo periodo di assenza di convocazioni, dettato - secondo quanto riportato dal Dipartimento Formazione - dalla riorganizzazione dell’offerta formativa sia in termini quantitativi che nelle modalità, tema oggetto della precedente convocazione avvenuta circa ad aprile 2022.
Nel tavolo odierno sono stati riportati i risultati delle due programmazioni dei corsi, di cui l'ultima ancora in itinere, avvenuti con le DGR 1253/2021 e DGR 811/2022. Le modalità di programmazione dei corsi hanno avuto una radicale trasformazione, fino all’annualità 2022 erano previste delle finestre di avvio di selezione e dei corsi con scadenze precise, che permettevano una valutazione costante degli aspiranti e degli allievi corsisti.
Ma la poca appetibilità dei corsi, e quindi della stessa professione, ha creato di fatto una impossibilità di attivarli secondo le consuete modalità e pertanto i corsi verranno attivati al raggiungimento del numero minimo di partecipanti, su istanza degli Enti formatori accreditati, e con una autorizzazione da parte Regione Veneto valevole anche per i successivi percorsi:
- nella finestra temporale dicembre 2021 – ottobre 2022 sono stati attivati 61 corsi con 1409 allievi iscritti, con una media di 23 allievi per corso
- nel successivo periodo novembre 2022 – dicembre 2023 sono stati avviati 86 corsi con 2062 iscritti ed una media di 24 allievi per corso.
Un aspetto negativo che è stato rilevato è la impossibilità di programmare la presenza di nuovi Oss a livello provinciale e territoriale. La provincia di Vicenza rimane il territorio con un minor numero di corsi attivati, riconfermando il trend storico. Altri dati risultano più confortanti: vi è un incremento dai corsisti della fascia d’età inferiore ai 30 anni (28.8% nella prima programmazione dicembre ’21 e ottobre ’22), seguita dalla fascia 40-50 anni (31.3%). La seconda programmazione novembre 2022 – dicembre 2023 è ancora più significativa: 35,6% per la fascia inferiore ai 30 anni e 28.8% per la fascia 40-50 anni.
I dati sul genere invece riconfermano i trend precedenti : la media dell’86% del genere femminile è preponderante. Per entrambe le programmazioni, la presenza di allievi stranieri si attesta sul 17 % con una utenza di 244 cittadini stranieri su 1409 corsisti e 319 stranieri su 2062 corsisti, soprattutto romeni. Altro dato in sensibile aumento è il numero dei corsisti con diploma di maturità (58%, contro il 34% in possesso della licenza media e il 6% in possesso della laurea).
"Come UIL FPL, abbiamo richiesto il dato relativo ai corsisti con diploma di maturità afferente agli Istituti Professionali per i Servizi Socio Sanitari - esordisce Barbara Facco Coordinatrice Regionale e Nazionale Area Operatori Socio Sanitari - per valutare l’entità della appetibilità della professione anche tra questi allievi. Il dato non viene fornito, ma viene rilevato che molti Istituti in questione non richiedono l’avvio dello specifico percorso formativo per OSS la cui offerta è ora possibile sia al termine del quinquennio che durante il biennio finale come avveniva all’incirca negli anni ’90." "Sembra che tali Istituti Professionali preferiscano investire sul percorso di maturità, diversamente da quanto avveniva in passato - prosegue la sindacalista - quando la possibilità di offrire un titolo di studio immediatamente spendibile nel mondo del lavoro, era una condizione ritenuta vantaggiosa per gli studenti e le loro famiglie."
Viene quindi analizzata la nuova possibilità, valutata nella precedente Cabina di Regia, di ripetizione entro 24 mesi dell’esame qualora non superato. URIPA propone di togliere lo sbarramento della prova scritta il cui non superamento comporta l’esclusione di ogni possibilità di ottenere il titolo, a favore della media con la valutazione del tirocinio.
"Siamo molto preoccupati perchè la carenza di figure OSS che mette a rischio la tenuta dei servizi. - prosegue Barbara Facco - Tuttavia il superamento della prova scritta è una certificazione di competenze indispensabili, non solo di contenuto tecnico e teorico, ma anche di competenze linguistiche, in una prospettiva di avanzamento della figura del profilo che necessita di competenze alla luce dei contenuti di una formazione avanzata in discussione a livello nazionale."
Pertanto, pur riconoscendo la gravità della carenza di OSS in particolar modo nei servizi socioassistenziali del Veneto, la nostra posizione rimane che i principi di selettività dati dallo sbarramento di una prova scritta a carattere teorico e tecnico, vada mantenuta a vantaggio della prospettiva di una crescita professionale che è anche data da una crescita di competenze teoriche e non solo pratiche.
Viene anche analizzata la proposta, che sembra in fase avanzata, di creare percorsi di formazione, attuabili secondo i dettami della normativa regionale, in Paesi comunitari ed extra comunitari con la possibilità di affiancare percorsi di apprendimento della lingua italiana che permettano la certificazione linguistica attualmente prevista quale requisito di accesso.
Questa possibilità presuppone però interventi normativi al decreto Flussi che attualmente presenta una deroga solo per gli infermieri stranieri e non per gli OSS. La proposta in analisi riguarda in prima battuta la creazione di percorsi in Albania: una volta ottenuto il diploma nel Paese di origine e la certificazione linguistica, anche per gli OSS già formati e secondo questo sistema verrebbe permesso l’ingresso in Italia in deroga a quanto attualmente previsto.
Abbiamo chiesto infine che venga calendarizzato un nuovo incontro a breve per valutare i dati relativi alla seconda programmazione, attualmente in corso, e per ricevere le dovute informazioni circa lo stato di avanzamento delle proposte analizzate, che contengono interessanti spunti volti ad affrontare un problema che va analizzato sotto diversi aspetti.
La carenza di personale OSS in effetti è un problema che si riverbera sicuramente sulla necessità di offrire servizi adeguati alla popolazione anziana, ma ha anche effetti avversi sugli OSS attualmente in servizio nelle strutture socio sanitarie, ai quali spesso non vengono garantiti turni di lavoro equi e rispettosi della vita personale, incentivando la fuga dal settore anche per il personale che crede fortemente nella propria professione e si sente avvilito dalla situazione che crea la difficoltà di reperimento di queste figure.