Roma, 16 gennaio 2024 - Continua la mobilitazione della Uil contro le penalizzazioni a danno del lavoro pubblico.
Mercoledì 24 gennaio 2024 a Roma, dalle ore 10:00 alle 13:00, presidio davanti al Mef contro il grave silenzio di Governo e Parlamento sul persistente differimento e rateizzazione del Tfr e del Tfs dei dipendenti pubblici.
Questa la breve cronistoria (fonte Il Fatto Quotidiano)Otto mesi fa la Corte Costituzionale aveva chiesto con una sentenza di non differire più il Tfr e Tfs (Trattamento di Fine Servizio), dei dipendenti pubblici. Ma il governo si è dimenticato di attuare la sentenza... All’inizio della scorsa estate, infatti, la Corte aveva precisato in un comunicato ufficiale che “il differimento della corresponsione dei trattamenti di fine servizio spettanti ai dipendenti pubblici cessati dall’impiego per raggiunti limiti di età o di servizio contrasta con il principio costituzionale della giusta retribuzione, di cui tali prestazioni costituiscono una componente; principio che si sostanzia non solo nella congruità dell’ammontare corrisposto, ma anche nella tempestività della erogazione. Si tratta di un emolumento volto a sopperire alle peculiari esigenze del lavoratore in una particolare e più vulnerabile stagione della esistenza umana”.
I giudici avevano ben definito i compiti del governo: “Spetta al legislatore, avuto riguardo al rilevante impatto finanziario che il superamento del differimento comporta, individuare i mezzi e le modalità di attuazione di un intervento riformatore che tenga conto anche degli impegni assunti nell’ambito della precedente programmazione economico-finanziaria”.
Ad oggi, infatti, i lavoratori che vanno in pensione devono attendere 3 o anche 4 anni per vederselo accreditato pure a rate. Per la Uil la sveglia è suonata da tempo e il governo deve al più presto trovare le modalità per dare ciò che spetta ai lavoratori pubblici.
Va data una risposta per rispondere a quei Lavoratori che, lavorando per una vita intera, vedrebbero un sacrosanto diritto riconosciuto che metterebbe nelle tasche degli italiani denaro immediato da poter spendere contribuendo a muovere l’economia del Paese.