Rovigo, 29 agosto 2024 - Può sembrare un paradosso, invece è, in buona sostanza, quello che succede. In un recente accordo, che come Uil Fpl non abbiamo siglato, è stato deciso di destinare quota parte delle risorse residue del 2023, soldi del cosiddetto “salario accessorio” a finanziare il piano regionale di recupero delle liste d'attesa.
"Tutto ha inizio lo scorso 8 aprile - dichiara il Segretario Generale Uil Fpl di Rovigo Cristiano Maria Pavarin - quando la Regione, per fronteggiare il problema delle liste di attesa e delle carenze di personale, ha elaborato un piano che prevede uno stanziamento aggiuntivo di 6,58 milioni per tutte le Aziende del Veneto. Si tratta di un fondo stabilito a livello nazionale nel 2023 “per affrontare la carenza di personale infermieristico presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del SSN e al fine di ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni”, che poi con l'ultima Legge di Bilancio è stato esteso a tutto il personale sanitario stanziando 80 milioni di euro."
Nella ripartizione regionale l'Ulss 5 Polesana ottiene 339mila euro per il primo semestre dell'anno. Soldi aggiuntivi che, si precisa nell'accordo regionale “va utilizzato in via prioritaria come strumento eccezionale e temporaneo per il contenimento delle liste di attesa nonché per la riduzione del ricorso alle esternalizzazioni, concorrendo all’incremento dell’offerta di prestazioni e/o per obiettivi aggiuntivi”. A Venezia l'accordo viene sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali.
Il 4 giugno l'Ulss 5 Polesana presenta alle organizzazioni sindacali territoriali un verbale di accordo per la destinazione dei 339mila euro aggiuntivi “per l’abbattimento delle liste di attesa delle prestazioni ambulatoriali con priorità D e P” e “per le attività chirurgiche e per le attività di urgenza-emergenza”. Il verbale di accordo, avallato dalla Regione, viene sottoscritto da tutte le organizzazioni sindacali, tranne la Cgil. Fin qui tutto bene. E, come Uil Fpl, ci troviamo d'accordo anche nell'integrare l'accordo attingendo dall'avanzo della produttività per finanziare anche gli Oss esclusi da tale opportunità.
Subito dopo il colpo di mano. Ovvero la proposta di accordo per destinare ulteriori 430.000€, ma presi sempre dall'avanzo della produttività di tutti i lavoratori del comparto! Quindi un piano con uno stanziamento nazionale e regionale viene alla fine pagato con i soldi che già sono dei Lavoratori.
"Come Uil Fpl non ci stiamo - prosegue Pavarin - e per questo motivo non abbiamo firmato l'accordo, condiviso invece dalle altre sigle. Avevamo chiesto di spendere le risorse residue del 2023 per compensare il disagio diffuso, non solo nei settori considerati dal piano. Un disagio che è determinato dal carico di lavoro sempre maggiore a causa di lacune nell'organico, che porta alla rinuncia di riposi. Perché ci sono tanti che stanno affrontando situazioni lavorative difficili. In tutti i reparti. Da anni. E, per capirsi, 430 mila euro divisi per i 2.650 lavoratori del comparto sarebbero circa 170 euro a testa. Poco, ma almeno una gratificazione. E senza lo smacco di dover invece, con questi soldi, mettere toppe dove non arrivano Stato, Regione e Ulss."